Princeps Musicae

Con vivo dolore e profonda commozione abbiamo appreso la notizia della morte del cardinale Domenico Bartolucci, avvenuta a Roma l' 11 novembre scorso. Maestro perpetuo della Cappella Sistina, così lo aveva nominato Pio XII nel lontano 1956, fu eminente interprete della polifonia romana e fecondo compositore. La sua preziosa eredità di mottetti, inni, oratori, messe e opere, molti dei quali accostati di diritto alle composizioni di Palestrina, ne fa un padre della musica sacra, l'ultimo "Princeps Musicae".


Con la sua scomparsa se ne va l'ultimo discepolo di una scuola, quella romana, di cui il maestro fiorentino era erede e depositario delle tradizioni secolari che ne rivelavano la grandezza. "Psallam Deo Meo", su questo motto tratto dal Salmo 146 il Maestro aveva fondato non solo la sua carriera di musicista ma soprattutto la strada del suo sacerdozio. "Canterò inni al mio Dio", così il prete Domenico Bartolucci scelse nel 1939 di servire il Signore che lo aveva chiamato a sè e lo fece in modo mirabile con tutta una vita spesa al servizio della Chiesa durata 97 anni.




















Il maestro Bartolucci dirige nella Cappella Sistina il Te Deum per l'elezione di Paolo VI nel 1963.

Il Maestro Cardinale Bartolucci non ha bisogno di presentazioni. Vorrei solo accennare a tre aspetti della sua vita, che lo caratterizzano in modo evidente - oltre al suo fiero spirito fiorentino – e cioè: la fede, il sacerdozio e la musica. Caro Cardinale Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre. [… ] Ma la musica è per lei un linguaggio privilegiato per comunicare la fede della Chiesa e per aiutare il cammino di fede di chi ascolta le sue opere; anche attraverso la musica Lei ha esercitato il suo ministero sacerdotale.
Benedetto XVI, 31 agosto 2011




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